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Baia (l'antica Baiae) è una frazione del comune di Bacoli, in provincia di Napoli, nell'area dei Campi Flegrei.

Il suo golfo, racchiuso tra i rilievi di Punta Lanterna a sud (su cui è posto il Castello Aragonese) e Punta Epitaffio a nord, non è altro che un antico cratere vulcanico, risalente a circa 8.400 anni fa e conservatosi solo per metà, essendo la sua parte ad oriente sprofondata o del tutto erosa dal mare.

Centro campano sede del più grande impianto della regione per la depurazione di molluschi, la fama di Baia è legata soprattutto alla presenza di resti archeologici di notevole valore storico ed artistico.

Secondo la leggenda, il suo nome deriva da Bajos, il nocchiero di Ulisse, che qui fu sepolto[1]. In epoca romana, come testimoniato dalle ricche ville, fu luogo di riposo e di villeggiatura frequentato da patrizi romani. la località era infatti famosa per le sue calde acque termali, ricercate per lusso e per la cura delle malattie 

 

File:Baia Sight from Castello Aragonese.jpg

File:Baiae Natatio.jpg

File:Baia da Villa Schiano Di Pepe.jpg

Rimane oggi soltanto quella che allora era la parte collinare della città, trovandosi la rimanente sotto il livello del mare, sprofondata a causa di fenomeni bradisismici.Gli importanti resti archeologici, sottoposti a intense campagne di scavo dal 1941, rivelano una stratificazione di costruzioni, ville e complessi termali, appartenenti ad un periodo storico che interessa la tarda età repubblicana e le età augustea, adrianea e severa. Tra i resti più significativi sono da segnalare alcune strutture voltate a cupola come il grande Tempio di Diana, il Tempio di Mercurio e quello di Venere. In realtà si tratta in ogni caso di strutture termali e non di luoghi di culto, per i quali però è sopravvissuta la denominazione popolare; ad esempio, il Tempio di Diana in origine definiva un grande ambiente dove venivano raccolti i vapori provenienti proprio dal terreno sottostante ed era caratterizzato da una colossale cupola ogivale, oggi crollata per metà.

Completamente sommerso dalle acque è invece il ninfeo dell'imperatore Claudio, le cui opere scultoree sono state però trasferite nel Museo archeologico dei Campi Flegrei allestito nel Castello Aragonese.

L'abbassamento del suolo al di sotto del livello del mare, a causa del bradisismo, pare essersi verificato in due momenti separati: un primo momento tra il III ed il V secolo d.C., ancora in epoca tardo imperiale, che fu seguito da una più consistente invasione marina qualche secolo dopo. Baia sarebbe stata in gran parte fagocitata dal mare verso il VII - VIII secolo d.C.[3]