I CAMPI  FLEGREI
Modesto Omaggio
alla città in cui vivo.

 
Oreste De Santis
I Campi Flegrei sono una vasta area di
origine vulcanica situata a nord-ovest della città di Napoli; la parola "flegrei" deriva dal greco flègo che significa "brucio", "ardo". Nella zona sono tuttora riconoscibili almeno ventiquattro tra crateri ed edifici vulcanici, alcuni dei quali presentano manifestazioni gassose effusive (area della Solfatara) o idrotermali (ad Agnano, Pozzuoli, Lucrino), e sono causa del fenomeno del bradisismo   riconoscibile  nel cosiddetto tempio di Serapide a Pozzuoli e causa
dell''evacuazione del Rione Terra
del  2 Marzo 1970.

POZZUOLI BAIA - CUMA - BACOLI - MISENO - MONTE DI PROCIDA - TORREGAVETA

       

BAIA

 
 

 

 

 

 
       

IL Castello Aragonese

File:CastelloFondi2988TAW.JPG File:CastelloBaia3020.JPG

 


E pensare che tutto cominciò più 2000 anni fa, come in quasi tutta la zona, con i soliti Romani ...Furono loro, naturalmente, che non si lasciarono sfuggire l’occasione di costruire una ricca villa proprio su quel promontorio che chiude il Golfo di Baia.Si estendeva dalla sommità del promontorio fino mare, o meglio, quello che oggi è il mare, ma che all’epoca era l’abitato di Baia   CONTINUA - VIDEO

 
       

CUMA

File:Cuma 9.jpg File:Tempio di Apollo 2.jpg File:Cuma 2.jpg

 

Il nome deriva dal nome greco Κύμη (Kýmē), che significa "onda", facendo riferimento alla forma della penisola sulla quale è ubicata.Il territorio dove sorse questa colonia greca, fu abitato fin dall’età
preistorica e protostorica. Fra tutte le colonie elleniche della Magna Grecia, Cuma posta sul litorale campano di fronte all'isola di Ischia, era una delle più antiche e più lontane dalla madrepatria. CONTINUA - VIDEO
 

 
       

Sibilla Cumana  - Museo Archeologico
dei Campi Flegrei

 

Il titolo di Sibilla Cumana era detenuto dalla somma sacerdotessa dell'oracolo di Apollo (divinità solare ellenica) e di Ecate (antica dea lunare pre-ellenica), oracolo situato nella città magnogreca di Cuma. Ella svolgeva la sua attività oracolare nei pressi del Lago d'Averno, in una caverna conosciuta come l'"Antro della Sibilla" dove la sacerdotessa, ispirata dalla divinità, trascriveva in esametri i suoi vaticini su foglie di palma le quali, alla fine della predizione, erano mischiate dai venti provenienti dalle cento aperture dell'antro, rendendo i vaticini "sibillini". La sua importanza era nel mondo italico pari a quella del celebre oracolo di Apollo di Delfi in Grecia.   Museo Archeologico dei Campi Flegrei  - VIDEO

 
       

BACOLI

 

Bacoli fu fondata dagli antichi romani che la chiamarono col nome di Bauli. In epoca romana era un luogo di villeggiatura rinomato quasi quanto la vicina Baia. Simmaco disse di Bauli:

« Lasciai quel luogo perché c’era pericolo che se mi fossi affezionato troppo al soggiorno di Bauli, tutti gIi altri luoghi che mi restano da vedere non mi sarebbero piaciuti »(Simmaco).Dell'antica Bauli si conservano a tutt'oggi i resti delle Cento Camerelle, della Piscina Mirabile, del cosiddetto Sepolcro di Agrippina. Nell'età augustea Bacoli diventò addirittura il principale avamposto militare e capitale elettiva della politica, della cultura e della mondanità insieme alla vicina Baiae.In seguito alla caduta dell'Impero romano la città di Bacoli decadde anche a causa di alcuni fenomeni geologici come il bradisismo e le erosioni. Nei secoli XVII, XVIII e XIX la città rinacque e divenne una delle mete preferite dagli europei.
 

 
       

Piscina Mirabilis 

 

La Piscina Mirabilis è un monumento archeologico romano sito nel comune di Bacoli, nella Città metropolitana di Napoli.Costruita in età augustea a Miseno, sul lato nord-ovest del Golfo di Napoli, originariamente era una cisterna di acqua potabile. Il nome attuale le fu attribuito nel tardo Seicento.[1] Si tratta della più grande cisterna nota mai costruita dagli antichi romani, ed aveva la funzione di approvvigionare di acqua le numerose navi della Classis Misenensis, poi divenuta Classis Praetoria Misenensis Pia Vindex, che trovava ormeggio e ricovero nel porto di Miseno.La cisterna venne interamente scavata nel tufo della collina prospiciente il porto, ad 8 metri sul livello del mare. A pianta rettangolare, è alta 15 metri, lunga 70 e larga 25, con una capacità di 12.000 metri cubi.

 
       

Tempio di DIana

 

INei pressi della soppressa stazione ferroviaria di Baia, sola in mezzo al verde di un podere, si erge imponente la più grande delle cupole baiane. Identificata come tempio, per il rinvenimento di un bassorilievo con animali e di un fregio con iscrizione inneggiante alla dea della caccia, in realtà è quanto rimane di un’antica aula termale, il resto più considerevole di un palatium cum stagno realizzato da Alessandro Severo nel primo quarto del III secolo d.C.

 

 
       

Tempio di Venere

 

lL culto di Venere a Baia è attestato da diverse iscrizioni lapidee e, stando agli storici, almeno due dovevano essere i templi eretti in onore della dea. Da Stazio apprendiamo che a Baia si prestava culto a Venere Lucrina, in un tempio eretto in suo onore, il quale doveva determinarsi sulle alture sovrastanti l’omonimo lago. Viceversa, il fortuito ritrovamento di una lastra di marmo, nei pressi del Castello Aragonese con iscrizione (relativa al III secolo d.C.), attesta l’esistenza, non lontano dallo stesso maniero, di un tempio dedicato alla Venere Celeste.

 
       

Tempio di GIove - Terrazza Cumana

 

 

Durante l'età greca, probabilmente tra il VI[1] e V secolo a.C.[2], venne costruito un primitivo tempio dedicato a Demetra, divinità molto venerata dai cumani; il tempio di Giove, di cui però non si ha alcuna testimonianza che fosse effettivamente dedicato a Giove[3], sorse sul precedente tempio e venne costruito alla fine del I secolo, in età augustea[1]; tra la fine del V e l'inizio del VI secolo venne trasformato in basilica cristiana, dedicata a san Massimo martire[4] e diventando cattedrale della diocesi di Cuma; in questo periodo subì notevoli mutamenti[2]. Fu abbandonato nel XIII secolo a seguito dello spopolamento di Cuma ed esplorato tra il 1924 ed il 1932.